Quando un bambino si ammala, tutta la famiglia entra in una nuova dimensione fatta di paure, fatiche, speranze e silenzi.
Una delle frasi più comuni che i genitori pronunciano in questi momenti è:
“È troppo piccolo per capire.”
Una convinzione che nasce spesso dal desiderio di proteggere il bambino. Ma è davvero la scelta migliore per il suo benessere?
Cosa succede quando evitiamo di parlare
Un bambino malato percepisce chiaramente i cambiamenti che lo circondano. Nota gli sguardi preoccupati, le visite mediche, le assenze da scuola, i volti familiari più tesi.
Anche se non ha ancora le parole per esprimersi, il bambino sente che qualcosa non va.
Quando non riceve spiegazioni chiare, può riempire quel vuoto con la fantasia. Questo può portarlo a:
- pensare che la malattia sia colpa sua
- immaginare scenari peggiori della realtà
- perdere fiducia negli adulti che si prendono cura di lui
Il rischio maggiore è che impari a tenere dentro le emozioni e le domande, credendo che non sia possibile parlarne.
Le conseguenze emotive e relazionali
Evitare di dire la verità può compromettere il rapporto di fiducia tra il bambino e l’adulto.
Il bambino ha bisogno di sapere che le persone che si prendono cura di lui sono presenti, sincere e capaci di accogliere anche le emozioni più difficili.
Quando questo non succede, il bambino può:
- sviluppare una visione confusa e ansiogena della realtà
- sentirsi solo proprio quando avrebbe più bisogno di vicinanza
- credere che le emozioni vadano nascoste per non disturbare
Con il tempo, questi vissuti possono portare a reazioni di chiusura come la negazione, il ritiro emotivo, il bisogno di controllo o la difficoltà ad aprirsi affettivamente.
E l’adulto? Anche il genitore ha bisogno di aiuto
Spesso è l’adulto a non sentirsi pronto.
Paura, senso di impotenza, stanchezza emotiva e difficoltà nel trovare le parole possono portare a evitare il confronto.
Ma evitare il dialogo, se non viene riconosciuto e affrontato, rischia di diventare un ostacolo per il benessere del bambino.
Cosa fare invece
Parlare con un bambino della malattia non significa raccontare tutto nei dettagli medici.
Significa comunicare in modo autentico e adatto alla sua età.
Ecco alcune indicazioni utili:
- usa parole semplici e comprensibili per l’età del bambino
- accogli le sue domande, anche se non conosci tutte le risposte
- riconosci e dai valore alle sue emozioni, che siano paura, rabbia o confusione
- crea uno spazio sicuro dove il bambino possa esprimersi anche attraverso il disegno, il gioco o un abbraccio
- chiedi supporto se senti di non farcela da solo
Il ruolo dei professionisti della salute
Psicologi, operatori sanitari e personale specializzato nelle cure domiciliari possono aiutare genitori e bambini a trovare un linguaggio comune.
La verità, quando è detta con delicatezza e amore, non fa più male della realtà.
Al contrario, può rafforzare il senso di fiducia e sicurezza nel bambino.
Non si è mai troppo piccoli per sentire.
E non si è mai troppo fragili per meritare la verità.
Accompagnare un bambino nella malattia è un percorso fatto di piccoli gesti, parole scelte con attenzione e silenzi che parlano di vicinanza.
Se senti di aver bisogno di aiuto, chiedere sostegno è un segno di forza.
Noi di Medicare siamo qui per accompagnarti.